La dipendenza dall’alcool

Menopausa e depressione
20/07/2015
Attacchi di Panico
20/07/2015

La dipendenza dall’alcool è una delle dipendenze più diffuse, che colpisce gli adolescenti come gli adulti, le donne come gli uomini e non distingue tra ceti sociali. Colpisce allo stesso modo il manager e la casalinga.
Di fatto l’alcool è la droga più diffusa : è facile da reperire, costa poco ed è socialmente accettata. La stragrande maggioranza della popolazione ne fa uso, una larga fetta ne fa abuso, molti individui sviluppano, spesso senza averne piena coscienza, la dipendenza, cioè l’impossibilità di farne a meno. Essa può essere quotidiana, ma possiamo parlare di dipendenza anche nel caso del cosiddetto bevitore occasionale , cioè quello che si ubriaca solo in determinate situazioni ( feste, cene con gli amici, raduni ), ma in modo sistematico. La sistematicità è sinonimo di dipendenza.
La dipendenza dall’alcool è una delle dipendenze più diffuse, che colpisce gli adolescenti come gli adulti, le donne come gli uomini e non distingue tra ceti sociali. Colpisce allo stesso modo il manager e la casalinga.
Di fatto l’alcool è la droga più diffusa : è facile da reperire, costa poco ed è socialmente accettata. La stragrande maggioranza della popolazione ne fa uso, una larga fetta ne fa abuso, molti individui sviluppano, spesso senza averne piena coscienza, la dipendenza, cioè l’impossibilità di farne a meno. Essa può essere quotidiana, ma possiamo parlare di dipendenza anche nel caso del cosiddetto bevitore occasionale , cioè quello che si ubriaca solo in determinate situazioni ( feste, cene con gli amici, raduni ), ma in modo sistematico. La sistematicità è sinonimo di dipendenza.
La legalità dell’uso dell’alcool e la sua accettazione sociale è alla base della difficoltà di riconoscersi nella personalità dipendente e spesso di ammettere di avere un grave problema : spesso la denuncia di esso avviene da parte dei familiari che si accorgono che il loro congiunto ha perso il controllo.
La dipendenza fisica arriva molto più tardi di quella psicologica, perché l’alcool crea tolleranza e le dosi di assunzione possono crescere progressivamente, fino a diventare intollerabili e creare problemi di ogni tipo. La dipendenza infatti crea le stesse situazioni dalle quali si cerca di scappare attraverso l’alcool : problemi relazionali, crisi di inefficienza nel lavoro, difficoltà sentimentali , incapacità di realizzazione.
L’alcolista, e in questo termine la maggior parte dei soggetti dipendenti stenta a riconoscersi, è una persona che ha paura della vita , che non ha fiducia nelle proprie capacità, che non si sente all’altezza di piacere e piacersi e cerca nell’alcool un alleato, ma soprattutto un antidolorifico.
Ogni sostanza alcolica, infatti, ha un effetto anestetico: attenua il dolore, fisico e psichico.
Ancora prima della dipendenza, cioè, esiste la paura, l’ansia, il tormento, a volte la disperazione. L’alcool impedisce di sentire il dolore, ma ancor di più altera la mente, cambia lo stato di coscienza , per cui dopo ogni assunzione ci si sente più leggeri, più forti, più disinibiti, più capaci, più belli o più accettati. Il tonfo successivo ad ogni sbronza, però, è ogni volta più forte e più devastante e costringe ad aumentare ritmi e dosi per tacitare le paure interiori e negare la realtà.
Spesso esiste una familiarità nella dipendenza, per cui il problema viene “passato” da un familiare, spesso un genitore, ad uno dei figli . A prescindere dalla familiarità, però, il problema alcool da sindrome individuale diventa sindrome della famiglia nella sua totalità, perché le difficoltà di relazione diventano ben presto difficilmente superabili.
Quasi sempre chi vive con un alcolista sviluppa molto più rabbia nei suoi confronti che non comprensione o disponibilità all’ascolto, così ai problemi personali si aggiungono incomprensioni che diventano molto velocemente litigi, scatti d’ira, aggressività e violenze.
La dipendenza dall’alcol spesso sfocia in comportamenti aggressivi, devianti e antisociali, specialmente tra i giovani, che traggono dall’alcool una forza di ribellione che scaricano sulla società anziché contro se stessi, proiettando sugli altri l’inefficienza dei propri comportamenti.

11 Comments

  1. Giorgio ha detto:

    E’ dura uscire dalla dipendenza. Ci vuole tanta forza di volontà e determinazione, essere supportati da persone che ti possano aiutare grazie al confronto sullo stesso problema, come avviene nei gruppi alcosti anonimi. E’ importanto anche una terapia farmacologica. Però prima di tutto occorre la volontà motiviata di uscire dal tunnel, e tale volontà diventa tanto più determinata quanto più si è consapevoli del danno subìto.

  2. Gero ha detto:

    sono un ex alcolista, ho fatto abuso di alcol x 15 anni. ho iniziato a bere x disperazione, bevevo x dimenticare i problemi ke avevo. ero arrivato al punto ke il mio unico scopo era di bere x affrontare la vita. alcol mi causava problemi sociali, liti in famiglia, scarsissimo rendimento a lavoro, ero sempre nervoso, violento e ripetitivo, bugiardo mi negavo sempre quando la mia famiglia (mio padre o mia moglie) mi dicevano di avere bevuto. da tre mesi e mezzo ke nn bevo sono una persona migliore ho ritrovato il sorriso, ora il mio unico scopo e di crescere mia figlia al meglio possibile. sono terrorizzato di al pensiero ke potrei iniziare di nuovo a bere. ALCOL MA MALE LA VITA E BELLA

    • Guido ha detto:

      Buongiorno,
      Ho una compagna alcolista, sono 8 anni che ormai ogni sera si ubriaca.
      Qiando beve esce in lei un odio smisirato. Insulti, botte, mi ha gia mandato 3 voltre in ospedale con occhi neri e altri segni di violenza, nom reagosco anche se mi sale una forte rabbia, non mi posdo permettere fi reagire, le farei male.
      Le ho provate tutte, accompagnandola da una psicologa, ma aa terza seduta messa di fronte alla sua realta non ha piu vomuto andarci, le ho chiesto di iniziare un percorso assieme all’ACAT, niente nte, l’ho minacciata di denunciarla e portarle via nosta figlia, niente.
      È come sbattere conyro um muro, un muro molto violento e non so piu come fare.
      Sto valutando seriamente di andarmene di casa, lasciandola da sola nella sua malattia, perche tutte le sere da 8 anni rivivo un incubo infantile (mia madre era alcolista) e non sono piu sereno da un pezzo.
      Quando beve divento la valvola di sfogo alle sue frustazioni, scarica su di me il suo malessere peccato che lo fsccia a pugni ed insulti, da anni, non ultimo venerdi scorso mi ha fatto un occhio nero con un pugno ed ho temuto arrivasse oltre.
      Si beve ogni sera, almeno 1,5-2 litti di vino con almeno mezzo litro di campari.
      dopo anni di assunzioni simili è diventata molto grassa, disconnessa con i discorsi e non c’è verso di farle capire che si sta distruggendo e sta distruggendo me ed il nostro rapporto.
      Non vedo altra soluzione che allintanarmi da lei, anche se abbiamo una bimba di 10 anni (a cui lei non ha mai fatto violenza, per fortuna).

      • Dott.ssa Paola Pompei ha detto:

        Guido faccia subito una denuncia agli assistenti sociali e porti via sua figlia. Qui ci vuole una comunità di recupero e un ricovero coatto. Se vuole salvare tutti e 3 deve fare così

  3. Sara ha detto:

    Mio marito (figlio di un bevitore)a volte(il venerdi o sabato sera,una due o anche tre volte al mese),si ritrova al bar con gli amici giocando o meno a carte e facilmente si ubriaca(gli e’stata anche ritirata la patente).non e’ una cattiva persona ma certo non ha avuto una’infanzia con un padre lodevole,come si puo’ immaginare leggendo la premessa iniziale.dopo gli episodi in cui torna ubriaco(a volte devo andare io a riprenderlo e costringerlo a tornare)parliamo,riconosce di aver esagerato ma sostiene che tanto la cosa e’ saltuaria e funge da svago.come posso aiutarlo visto che poi tale situazione si ripercuote nell’andamento del nostro matrimonio visto che io mi arrabbio tantissimo e ci sono giorni in cui non lo guardo in faccia .in ultimo sono preoccupata perche’ abbiamo due bambini di 8 e 5 anni che( nonostante i miei tentativi di mascherare la situazione)non sono certi incapaci di carpire i pronlemi.

  4. Susanna Sesto Fiorentino ha detto:

    Come si fa a sapere se veramente una persona abusa dell’alcool? Esiste un test o un esame del sangue da poter fare? Mio marito nega ma io sono sicura che lui non riesce a fare a meno dell’alcool e questa è dipendenza, giusto? Il padre era un alcolista e io ho il terrore che possa esserlo anche lui, anche se penso che lui ancora non lo sia. Ogni volta che viene qualcuno a cena oppure in occasioni di qualche festa, non riesce proprio a controllarsi e non conta più i bicchieri, senza parlare di superalcolici e limoncelli e così via….Lui naturalmente dice che sono io l’esagerata. E la mia rabbia aumenta di giorno in giorno. HELP ME !!

  5. Paola Pompei ha detto:

    La ” bravata” del sabato sera è spesso un modo per sentirsi parte del gruppo e sondare i limiti delle proprie risorse fisiche e psichiche. Se rimane confinata ad un periodo limitato nel tempo puòrappresentare il bisogno del giovane di sentirsi forte per riuscire a staccarsi dalla famiglia. Se diventa un’abitudine e se è associata a comportamenti eccessivamente disinibiti ed aggressivi, è bene porre un freno e utilizzare l’autorità genitoriale per impedire ulteriori ecessi. Per capire quando il limite sta per essere raggiunto la ricetta è semplice : parlare con i figli, cercando di conoscerli ancora prima di capirli e aiutarli a sviluppare fiducia in se stessi e nella vita. Conoscere i loro desideri, le loro aspirazioni e la paura che hanno di non riuscire superare gli ostacoli è il modo migliore per aiutarli a diventare persone autonome e sicure.

  6. utente ha detto:

    MIO FIGLIO DI VENT’ANNI RITORNA SPESSO A CASA UBRIACO IL SABATO SERA, MA NON BEVE MAI DURANTE LA SETTIMANA. DEVO PREOCCUPARMI

    • Dott.ssa Paola Pompei ha detto:

      Si, la dipendenza non e’ perché si beve tutti i giorni, può accadere anche solo una volta la settimana ma anche in quel caso e’ dipendenza e e’ patologica. Dietro ci può essere il bisogno di adattarsi a quello che fanno gli amici, il non sentirsi all’altezza, il non aver trovato un modo per esprimersi. Provi a parlarci lei e lo porti da uno specialista

  7. Paola Pompei ha detto:

    I farmaci, prescritti dal medico o somministrati in cliniche o strutture specializzate, sono indispensabili quando si sia già stabilita la dipendenza fisica. Possono essere molto utili quando questa ancora non ci sia , ma gli episodi di ebbrezza avvengano in modo sistematico. Dopo il primo intervento farmacologico, però, èindispensabile sottoporsi ad una psicoterapia individuale o di gruppo, perchè vengano rimosse le cause del bisogno di ricorrere all’alcool. Fortificare il carattere, migliorare la capacità di relazionarsi, potenziare l’autostima, sono passaggi indispensabili per uscire dal problema in modo definitivo. E’ importante però che la struttura che segue l’alcolista sia composta da specialisti esperti in problematiche psicologiche, che abbiano esperienza maturata negli anni, per evitare una medicalizzazione che tenga conto solo dei problemi del corpo, ignorando quelli della mente.

  8. utente ha detto:

    QUAL E’ IL MODO MIGLIORE PER CURARE LA DIPENDENZA DA ALCOOL?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.