Si è svolta nella nostra città alcuni giorni or sono la manifestazione Orientarezzo, vetrina delle possibilità di scelta scolastiche e lavorative per i giovani che si apprestano a decidere la svolta da dare alla loro vita.
In effetti anche nelle Scuole Medie superiori , durante l’ultimo anno di frequenza, ci si adopera per far conoscere ai ragazzi la fisionomia di certe Facoltà universitarie. L’iniziativa è pregevole, ma spesso dietro al bisogno dei giovani di far chiarezza sulle direzioni da prendere non c’è una cattiva conoscenza del mondo del lavoro o della scuola, ma una cattiva conoscenza di se stessi.
Si è svolta nella nostra città alcuni giorni or sono la manifestazione Orientarezzo, vetrina delle possibilità di scelta scolastiche e lavorative per i giovani che si apprestano a decidere la svolta da dare alla loro vita.
In effetti anche nelle Scuole Medie superiori , durante l’ultimo anno di frequenza, ci si adopera per far conoscere ai ragazzi la fisionomia di certe Facoltà universitarie. L’iniziativa è pregevole, ma spesso dietro al bisogno dei giovani di far chiarezza sulle direzioni da prendere non c’è una cattiva conoscenza del mondo del lavoro o della scuola, ma una cattiva conoscenza di se stessi.
In questo senso si rivela necessario andare alla scoperta delle proprie risorse e delle proprie attitudini, ma soprattutto dei propri desideri, delle proprie aspirazioni, dei propri sogni. Ignorare tutto questo significa spesso iniziare un nuovo ciclo di studi senza avere né la voglia né la possibilità di poterlo concludere ed elaborare per questo un senso di fallimento e di inutilità.
Molti giovani cambiano facoltà universitaria dopo solo un anno, magari senza aver dato neanche un esame; alcuni trascinano la loro carriera scolastica per anni fuori corso, arrivando al momento di inserirsi nel mondo del lavoro stanchi e demotivati; altri, attratti dai primi guadagni occasionali , lasciano gli studi per poi pentirsene quando è troppo tardi; molti, dopo aver sostenuto tutti gli esami, abbandonano senza laurearsi.
Dietro a tutte queste difficoltà spesso c’è uno stile educativo che invece di valorizzare le aspirazioni dei giovani, le ha impoverite,
ha bloccato l’iniziativa e fiaccato l’ambizione. I genitori sono spesso i peggiori nemici delle potenzialità dei loro figli , trasferendo inconsciamente su di loro i loro desideri repressi o frustrati. Così chi non si è laureato sogna un figlio dottore, chi non è riuscito a fare l’avvocato vuole un figlio che lo faccia, chi è stato un mediocre musicista spinge il figlio a fare la rock star e chi non è mai riuscito ad arrivare ad esaudire un sogno spera ancora di poterlo fare attraverso le scelte dei figli.
Capire quali sono le reali capacità e potenzialità dei ragazzi non è difficile : basta guardarli quando sono bambini ed osservare in che modo naturalmente esprimono se stessi. Poi bisogna accettare le loro scelte, anche quando ci sembrano strane o incomprensibili e questo è sicuramente più difficile : ogni genitore certo desidera il meglio per i propri figli, ma spesso non è oggettivamente in grado di comprenderli. Non è un problema di cultura, ma di mentalità e di apertura : spesso si consiglia semplicemente ciò che ci sembra più facilmente raggiungibile .
Non riuscire a compiere delle scelte soddisfacenti e adatte a se stessi può provocare i disagi psicologici più disparati, fino a sintomi fisici e a vere e proprie patologie. Attacchi di panico, depressione, sfiducia in se stessi e negli altri, patologie legate alla repressione dell’aggressività , dipendenze da alcool e stupefacenti sono le più comuni.
Meglio sapere cosa si vuole raggiungere, prima di capire qual è la strada da seguire per arrivarci.
6 Comments
Ho il sospetto che mia figlia sia dislessica. Ho già prenotato una visita per la diagnosi, nel frattempo però dobbiamo consegnare il modulo di iscrizione per la scuola superiore. I professori mi hanno consigliato un istituto professionale ma a mia figlia sarebbe piaciuto il liceo delle scienze umane. Se davvero fosse dislessica io credo che, con gli opportuni strumenti informatici che ci sono a disposizione, tutte le difficoltà che ha incontrato durante i 3 anni della scuola media potrebbero essere tranquillamente superate. Quello che più mi fa rabbia è aver perso tutto questo tempo e il fatto che nessun insegnante abbia capito la sua difficoltà ….Cosa dobbiamo fare? Sono sicura che può dare molto di più e che sarebbe sprecata in un istituto professionale. E’ una ragazza molto intelligente, piena di fantasia e di inventiva, attenta ai bisogni degli altri e molto sensibile. Fino ad ora la scuola per lei è stata solo fatica e sofferenza….forse perchè nessuno è stato in grado di centrare il problema ! Nello stesso tempo temo che il liceo sia un po’ troppo impegnativo e si trasformi in altri 5 anni di ansie e fatiche per lei esagerate. Quale consiglio può darci? GRAZIE per un risposta.
INFORMO TUTTI I LETTORI CHE ABBIANO BISOGNO DI CONSULENZE PERSONALI CHE E’ ATTIVO IL MIO STUDIO DI ROMA . PER APPUNTAMENTI POTETE CONTATTARMI VIA MAIL info@paolapompei.it
Mia figlia ha sostenuto tutti gli esami universitari, ma non riesce a finire la sua tesi, e pensare che avrebbe già un posto assicurato nello studio del padre.
Spesso allungare la durata degli studi serve ad allontanare il proprio ingresso nel mondo del lavoro : cambiare vita può spaventare e doversi confrontare nel lavoro con un genitore può spaventare ancora di più : molto spesso i figli non si sentono all’ altezza dei padri, perchè ne vedono solo l’aspetto vincente e ne ignorano tutte le difficoltà e le delusioni vissute.
Mio figlio dopo la Scuola Media superiore vorrebbe frequentare il Liceo Classico, ma non ha mai avuto molta voglia di studiare, ho paura che non sia in grado. Devo dissuaderlo?
Il passaggio dalla scuola media inferiore a quella superiore è un momento molto delicato : bisogna cercare di capire quali sono le reali motivazioni della scelta ed analizzare più la spinta che porta alla scelta della scuola, piuttosto che quello che è successo in precedenza, specialmente se è dovuto a difficolta’ di relazione piuttosto che di comprensione. La vita è una realtà dinamica : ciò che non èaccaduto puo’ sempre accadere, purche’ si cambino gli schemi mentali e le motivazioni.